31 luglio, 2008

Il mio campo


Con questo post assolverò a molti compiti:
1. Scrivere un post dopo mesi;
2. Rassicurare tutti sul fatto che sono vivo e che sono in Italia;
3. Chiedere scusa a chi mi ha cercato in questi 2 mesi e non mi ha trovato, né sul blog, né via mail, né al cellulare, né a casa;
4. Spiegare dove sono stato (e dove sarò ancora per un mese e mezzo).

A luglio ho iniziato una nuova avventura, ho voluto affrontare alcuni fantasmi.
Il lavoro con i bambini ed adolescenti e la malattia fisica.
Così, ho fatto domanda a dynamocamp e sono stato selezionato come uno dei responsabili dell'attività "arrampicata e parco acrobatico in altezza".
Di cosa parliamo? Parliamo di un parco giochi per bambini malati cronici (tumori, leucemie, talassemie, anemie, spina bifida) che passano la maggior tempo del loro tempo in ospedale. Parliamo di una vacanza, un campo giochi nuovo, grande, bello, colorato, pulito, ricco a disposizione per i bambini per periodi di 7-10 giorni. Parliamo di un sogno che anche un bambino, un adolescente e, fatemelo dire, un adulto, vorrebbe realizzare anche se non colpito da nessuna malattia. Parliamo di turni di lavoro dalle 7.00 a mezzanotte, sfiancanti, con il tempo per una doccia da ritagliarsi nell'ora libera giornaliera. Parliamo di stipendi da animatori, e va bene così. Parliamo dei sorrisi di piccoli criceti che arrivano preoccupati, alcuni sotto pesanti terapie che piangono quando devono andare via. Parliamo di ragazze che arrivano con la bandana per coprire la testa pelata dalla chemioterapia che dopo un pomeriggio di guerra di panna e cioccolato accolgono i loro genitori a testa nuda. Parliamo di ragazzi in carrozzina che abbiamo portato su a 5 metri per poi farli discendere con la carrucola tra urla di eccitazione e gioia. Parliamo di pacche sulle spalle, di urli se corrono, di chiacchierate serali sul futuro e sul passato. Parliamo di cateteri venosi centrali, di cicatrici del corpo e dell'anima, parliamo di remissione della malattia, di follow-up. Parliamo di innamoramenti fugaci, di lacrime di gioia e di dolore, di musica, di film e di cielo.
Adesso lo sapete dove sono, e forse vi sarà più facile capire perché non c'ero.
Tornerò. Pieno di colori ed emozioni. Tornerò più bambino di prima. O forse più adulto.
Un abbraccio.