".. e nelle pieghe della mano, una linea che gira e lui risponde serio 'è mia'; sottindente la vita". Pezzi di vetro, F. de Gregori
Non e' stato cosi' facile allungare la mano per prenderlo dallo scaffale del negozio.
Ma avevo gia' perso un'occasione per vederlo al cinema.
E mi sembrava un buon modo per iniziare il nuovo anno.
Quello di pensare a loro, intendo.
Pensasare agli ultimi.
Neppure.
Gli ultimi hanno una realtà epistemologica, esistono, ci sono, si', in fondo, ma ci sono. Questi no. Non esistono. Niente anagrafe, battesimo, Censis, voto, cure mediche, scuola, auto, lavoro.
E hanno un nome e hanno un luogo, anzi mille luoghi: Italia, Africa, Cina, Serbia-Montenegro, U.S.A, Brasile...
E mille facce: il crack e l'AIDS, il kalashnikov a tracolla, la mazza per scippare il rolex, il carretto per raccogliere cartoni e lattine per pochi reis, le rose vendute per le strade di una qualsiasi Shangai.
Come una luce che si e' accesa su un palco buio, ecco che la vita brulica immersa in una disperata corsa per la misera sopravvivenza.
Vorrei dirvi tante cose, piccoli eroi. E chiedervene ancora di piu'.
E chissà che un giorno non vi incontri tutti insieme.
Intanto prometto di cercare di tenere accesa questa piccola candela sui vostri sporchi e meravigliosi volti.
E vi auguro un nuovo anno meno bastardo.
02 gennaio, 2007
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