05 gennaio, 2007

Piccoli, poveri e... scemi

La notizia, purtroppo, e' di quelle di cui faremmo volentieri a meno.
E anche se non rappresenta in se' una scoperta rivoluzionaria, e' la triste validazione scientifica di una intuizione che tutti noi avremmo potuto avere.
The Lancet, prestigiosa rivista internazionale, ha pubblicato un articolo dal titolo: "Developmental potential in the first 5 years for children in developing countries" ossia: "le potenzialita' di sviluppo nei primi 5 anni di vita nei bambini dei Paesi in via di sviluppo".
Brevemente, ecco i risultati:
- almeno 200 milioni di bambini vivono in Paesi in Via di Sviluppo (soprattutto Asia e Africa sub-sahariana)
- Poverta', mancanza di cure sanitarie, bassa frequenza scolastica erano gia' fattori conosciuti di una prognosi sfavorevole sulla qualita' di vita... A questi elementi se ne aggiungono di nuovi:
- Carenza di iodio, di ferro, inadeguatezza di stimoli socioemotivi, mancanza del gioco, poverta' culturale e familiare...
conducono alla "perdita del proprio potenziale di sviluppo cognitivo e alla sua trasmissione intergenerazionale".
Non soltanto quindi fattori biologico-medici-'oggettivi', ma anche elementi quale il gioco, le occasioni di relazioni tra pari, la frequenza di luoghi pubblici (come la scuola), la presenza di un ambiente stimolante pruomuovono le competenze e le potenzialita' di uno sviluppo cognitivo adeguato alla propria eta'.
Ma 200 milioni di bambini non avranno queste possibilita' nel proprio futuro.

Come dire: se non muoiono di fame, malaria, AIDS, infezioni e chipiu'nehapiu'nemetta, cresceranno comunque: poco, male e scemi.

Nessun commento: