02 settembre, 2008
Wake up! Part-1
Photo: www.savvy-baby-gear.com
Sto lentamente facendo il conto alla rovescio. Dopo il prossimo fine settimana tornerò nel mondo da cui sono stato fori per questi tre mesi, immerso nel progetto di regalare una settimana di gioco, spensieratezza, divertimento e gioia a bambini malati cronici.
Da due weekends abbiamo avuto le famiglie: figli e genitori insieme per un fine settimana davvero unico. Il sabato diamo la possibilità ai genitori di uscire: sarà nostro compito mettere a letto i loro figli. Ecco quella notte cosa ho scritto.
____
C'è un'aria pura in questo posto. C'è una dolcezza nell'aria che quasi stucca. C'è bellezza nell'aria. Il ritmo dei respiri è una danza primitiva. Tutti diversi e tutti sincroni a formare una melodia. C'è una straordinaria armonia nel sonno. C'è la limpidezza di acqua di fonte. C'è la morbidezza di cuscini di piume. C'è l'odore di panni appena stesi. C'è il colore di 1000 palloncini lanciati nel vento. C'è il calore di un abbraccio di un amico. C'è rumore di vita in questo assordante silenzioso notturno. Come un lago di acque smeraldo, io ti concedo il mio corpo e la mia anima. Mi immergo nei vostri respiri e ne esco più vivo.
______
Ho imparato da anni ad aprire le porte abbassando la maniglia senza fare il minimo rumore. E' tutto un gioco di spinte, pesi, fisica elementare. E togliersi le scarpe o camminare bilanciando il peso ara sulle punte, ora sul tallone per non produrre il minimo scricchiolio. E respirare con la bocca quando ti accorgi troppo tardi del groppo in gola che ti si è formato per essere stato inconsapevolmente in apnea affinché neppure il tuo respiro producesse il ben che minimo rumore.
Silenzio.
Assoluto silenzio.
Per gustarsi tutta la vita della notte.
Dovreste esserci per vederli- 4 bambini, 3 perle rosa e una azzurra che dormono nella stessa cameretta. Il piedino fuori della coperta di S., la mano palmo in su di K. E la più piccola, F., che prima di addormentarsi teneva a sé il suo peluche e parlava, parlava.
Poi ad un tratto ha iniziato a chiamare "mami" svegliando gli altri 3 fratellini che già dormivano. E' allora che sono uscito dal mio angolino nero e buio situato nell'altra stanza e ho pensato: non ho paura. Mi sono avvicinato e le ho chiesto sussurrando come si chiamasse il suo peluche. Non mi ha risposto. E non so neppure se la abbia comunque rassicurata con la mia domanda da sconosciuto nel cuore della notte. Ma le ho messo una mano sui capelli biondi e ho cominciato ad accarezzarla lentamente. Con la mano sinistra le ho sistemato la maglietta del pigiamino per ricoprirle bene la pancia rimasta scoperta. E le accarezzavo quella testa di grano. Poi le ho messo il piede sinistro sotto le coperte, piegandole delicatamente il ginocchio. e l'accarezzavo. Poi ho messo sotto le coperte il piede destro, distendendole con cautela il ginocchio alzato. E l'accarezzavo. Le ho tirato su le coperte. Aveva sempre la mano destra serrata a pugno con cui si stropicciava ritmicamente l'occhio. Glielo ho presa e dolcemente gliela ho portata sotto le coperte. Il respiro è iniziato a diventare più lento e regolare. e profondo. F. dormiva.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento